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Truffa del riciclo della plastica ed l’Apple AirTag

Una cittadina texana, curiosa di capire il funzionamento di un programma di raccolta differenziata dei rifiuti che accettava “tutta la plastica” per il riciclo, ha utilizzato degli AirTag (accessorio Apple per localizzare oggetti personali tramite l’app “Dov’è”) per scoprire dove finissero realmente i materiali conferiti.

Il programma della città di Houston, Texas offre la capacità di accettare tipi di plastica generalmente non considerati riciclabili: normalmente, non è permesso includere nella raccolta oggetti come utensili, posate, gomma, plastica biodegradabile e altro ancora. Ogni amministrazione definisce le tipologie accettate e le istruzioni per la loro separazione.

Curiosa di scoprire il destino reale dei rifiuti che solitamente finivano nell’indifferenziata, la donna ha acquistato diversi AirTag e li ha inseriti in vari sacchetti che, in teoria, dovevano essere destinati agli impianti di riciclaggio.

Tra i sacchetti monitorati, molti sono stati rintracciati presso un’azienda, Wright Waste Management, situata nella vicina Harris County, non autorizzata allo smaltimento di tutti i rifiuti plastici. L’azienda ha fallito tre ispezioni antincendio e, grazie a riprese con droni, è stato scoperto che nella struttura si accumulano grandi quantità di rifiuti.

La donna ha contattato Mark Wilfalk, responsabile della gestione dei rifiuti solidi per la città di Houston, per chiarimenti su quanto scoperto. Wilfalk ha riconosciuto che il deposito non è conforme alle norme e ha promesso di indagare sull’accaduto e sui problemi che hanno impedito a Wright Waste Management di superare le ispezioni antincendio.

Marco Franceschini

Dott. Ing. Marco Franceschini

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